Enterprise 2.0: il caso ProjectGroup nella tesi di Laura Gioria.

Edit: nuovo link alla tesi

Qualche mese fa ho conosciuto Laura Gioria, (ex-)tesista di Bicocca Milano / Scienze della formazione , che mi ha contattato perchè interessata a scrivere una tesi dal titolo “Nuove Tecnologie e pratiche emergenti per lo sviluppo organizzativo”.

In occasione di un incontro tenuto in projectgroup, Laura ci ha proposto un questionario e qualche intervista riguardo l’utilizzo del wiki interno.

Oggi Laura si è laureata facendo il jackpot in commissione: complimenti! Io ho vinto una copia della sua tesi (che trovate anche qua su tesionline.it) che ho avuto modo di leggere…
Uno studio diviso in 4 capitoli che spaziano dal web2.0 al digital storytelling, ai serious game, passando per le teorie per lo sviluppo d’apprendimento e terminano con il sistema di gestione della conoscenza di ProjectGroup/UnclePear.

Ho trovato la lettura di questa tesi molto interessante: uno perchè mi ha fatto conoscere i serious game ( 🙂 ) due perchè mi ha dato la possibilità di avere una visione esterna della nostra situazione, dandomi un giudizio non economico, non tecnologico ma basato su variabili per me difficilmente misurabili quali apprendimento, formazione e condivisione dell’informazione.

Qua sotto vi propongo un paio di interessanti passaggi, presi dal capitolo finale e riguardanti l’indagine svolta in Project Group.

Il campione si mostra perciò composto prevalentemente da persone sciolte nell‟utilizzo delle tecnologie Ict e che usano i relativi dispositivi tecnologici con estrema naturalezza.

Nella maggior parte dei casi, i partecipanti non avevano esperienza diretta di wiki; dieci di loro dichiarano infatti di non aver mai partecipato ad alcun wiki, seppur, tra questi, quattro erano a conoscenza della sua esistenza e del suo funzionamento.

Quasi la totalità del campione ha reagito positivamente quando è stata comunicata l‟introduzione del wiki in azienda. Solo un partecipante dichiara infatti “All’inizio mi sembrava una perdita di tempo, o meglio una duplicazione di informazioni” (tratto dai questionari)