Il progetto Design Royale (una startup, a modo suo) nasce per dare una possibilità agli studenti di design di tutto il mondo, di frequentare un corso con dei designer italiani.
Soddisfa un bisogno concreto: se sei un giovane studente di Bangkok, magari non hai i 3.000 euro che ti servono per venire in Italia e studiare a Milano. E se vuoi farlo, internet può essere l’unica soluzione.
Sicuramente il web costituisce il supporto per la didattica in moltissimi casi e il Social Learning è ormai una realtà affermata e condivisa. Per coniugare la domanda e l’offerta di insegnamento, internazionale, usare il web è la prima cosa che ti viene in mente (soprattutto se sei me, che lavoro con internet tutto il giorno, ma anche se sei Stefano Mirti, ex direttore di NABA, un vulcano di idee vorace di novità).
[ho lavorato come supporto, soprattutto per la parte di social media, durante tutta l’evoluzione del progetto]
Il progetto Design Royale, però, si è posto (si pone) un obiettivo diverso e inedito: usare il web per insegnare il design e per trasmettere una conoscenza pratica e concreta, attraverso dei workshop completamente online.
Naturalmente esistono siti in cui si può imparare a fare delle “cose”: Instructables per esempio, il posto migliore dove cercare istruzioni pratiche online, per esempio “Come colorare la tua jeep in modo che sembri un veicolo d’assalto“. E altrettanto naturalmente esistono dei luoghi per apprendere conoscenze teoriche, online (innumerevoli, la Parallel School of Design è una).
Tuttavia, c’erano delle variabili che nessuno, imho, era ancora riuscito a produrre in ambiente online. O almeno, non tutte insieme – nè nel mondo del design.
- il rapporto insegnante-studente
- le interazioni d’aula (pubbliche, tra il docente e gli studenti, ma soprattutto tra gli studenti), ivi inclusi commenti, complimenti e critiche
- la circolazione di idee, riferimenti visivi, materiali
- l’assegnazione (online) e lo svolgimento di task (concreti e offline)
Quindi, (la prima edizione di) Design Royale è il tentativo di condurre quattro workshop, sul design, con studenti internazionali, completamente online.
In vista del salone del mobile 2011, i quattro docenti (Elio Caccavale, Hagit Pincovici, Luca Poncellini e Antonio Scarponi) hanno prodotto quattro brief.
Hanno chiesto agli studenti di fare cose, per me, assolutamente incredibili: realizzare una sumo suit, una bento-box originale, una struttura abitativa sospesa e un sistema aquaponico (in cui fosse possibile coltivare un pasto completo al giorno, pesce e insalata).
Di solito, sono totalmente indifferente alle scelte software: me ne infischio. Però, quando Stefano mi ha proposto di usare Facebook per condurre i workshop, mi sono opposto fermamente. Ho anche provato a parlarne sul gruppo FB Social Learning, ma l’idea è stata accolta in modo tiepido, o addirittura contrastata.
Questo esperimento ha dimostrato che è assolutamente possibile organizzare dei workshop di design, basati interamente sui gruppi chiusi di Facebook, e che – anzi – la piattaforma si rivela molto funzionale.
Ecco alcuni vantaggi:
- Facebook è gratis
- Tutti gli studenti conoscono Facebook e hanno confidenza con lo strumento
- Non solo: passano su Facebook la maggior parte del tempo
- È possibile condividere contenuti (video, foto, testi)
- È possibile interagire molto facilmente con gli altri studenti e con i docenti
- Il “Mi Piace” è un sistema di votazione semplice e immediato
- La chat di gruppo è un sistema istantaneo per parlare con persone su fusi orari diversi
I vantaggi hanno superato ampiamente i downside della piattaforma, che comunque ci sono. Eccoli:
- Alcuni docenti NON hanno confidenza con Facebook (ma, probabilmente, non ne avrebbero avuta neanche con altri sistemi)
- Non è possibile ordinare i contenuti, nè taggarli (i gruppi di Facebook non sono fatti per questo)
- Non è possibile avere aree veramente chiuse, nè a pagamento (e questo può essere un male, se si vogliono privilegiare dei gruppi ridotti di studenti)
I workshop, della durata di una settimana, hanno funzionato decisamente bene. Docenti e studenti hanno interagito in modo efficace e i risultati prodotti sono stati di ottima qualità.
Ecco alcuni screenshot. Alcuni studenti di Antonio Scarponi presentano gli elaborati finali
Luca Poncellini commenta il prototipo di uno studente.
Tutti gli elaborati prodotti nel corso dei workshop sono finiti in un grande evento, durante la Design Week 2011 a Milano.
In questo video Stefano Mirti (a 5’20”) spiega come è stato utilizzato Facebook per realizzare Design Royale.
www.youtube.com/watch?v=oXyRaXRQsUw
Tutti i gruppi Facebook (ora aperti al pubblico) nei quali si sono tenuti i workshop sono ancora online.
- http://www.facebook.com/home.php?sk=group_209254709087299&ap=1
- http://www.facebook.com/home.php?sk=group_210241898988182&ap=1
- http://www.facebook.com/home.php?sk=group_101716179913697&ap=1
Il progetto con più “Mi piace”, una bento box originale disegnata da Pariphat Sinma, è stato presentato sulla pagina Facebook pubblica di Design Royale e realizzato.
Design Royale è stato un gigantesco esperimento di collaborazione online: tra i risultati più interessanti, la prova del fatto che gli strumenti (come i gruppi chiusi su Facebook) possono essere utilizzati ben oltre la loro funzione originaria.
DR continua, per ora, su un blog , oltre che sul sito, sulla pagina FB e su Twitter. Ma non sono esclusi futuri sviluppi di quello che è, sicuramente, un modello di apprendimento funzionale.