Quando l’Università di Ingegneria di Brescia mi ha chiesto di parlare di social network a docenti e ricercatori, mi sono interrogato molto sul problema. Gli argomenti di cui mi occupo di solito (marketing e comunicazione, per esempio) trovano un’applicazione immediata ed evidente sui social media. Per la ricerca accademica questo contatto non è così immediato.
Ho pensato di approfondire l’argomento, chiedendo a persone che lavorano nel mondo accademico (un piccolo gruppo di contatti personali) quali fossero le applicazioni, se ci sono, di strumenti collaborativi e social software nel loro lavoro.
Cercavo risposta a queste due domande:
- I social media possono costituire una fonte per la ricerca? (una fonte di dati, o di notizie, o un riferimento)
- I social media sono lo strumento adatto per la diffusione dei contenuti scientifici?
Ho raccolto le risposte (per fortuna molto eterogenee) nelle slide che riporto in fondo a questo post. La piccola review dei casi internazionali ha confermato che le università statunitensi sono molto brave a comunicare sè stesse e a comunicare il proprio lavoro (una su tutte: la Butler University, che ha scelto un cane/mascotte come avatar di Facebook http://www.facebook.com/butleruniversityalumni ). Quelle italiane, probabilmente, un po’ meno. Per esempio, nessun italiano nella lista “le università più influenti su Klout“.
È un peccato: comunicare bene il proprio lavoro (che sia un paper universitario o un nuovo corso di laurea) è un aspetto fondamentale di qualunque professione.
La mia raffica di interviste su twitter ha restituito un buon numero di risposte interessanti. Ne riporto alcune.
@alekone Are you familiar with @KnowU_, our virtual campus for online students? Cool use of social media in #highered. youtube.com/harrisoncoll
— Harrison College (@HarrisonColl) Marzo 28, 2012
RT @DanKlamm @alekone @just_kate take a look at my Science 2.0 presentation: bit.ly/GNbD19 Let me know if you need more!
— Alessandro Mininno (@alekone) Marzo 26, 2012
RT @alekone forse ti può essere utile la parte III di bit.ly/H1sqQP descrive uso dei social media per i ricercatori (book Esomar) …
— Alessandro Mininno (@alekone) Marzo 26, 2012
@PedrazziGiorgio grazie mille! utilissimo!
— Alessandro Mininno (@alekone) Marzo 25, 2012
@JohnsHopkins @profhacker thank you! I knew only a few of them, I’ll try them all 🙂
— Alessandro Mininno (@alekone) Marzo 24, 2012
Ho anche scoperto che alcuni ricercatori twittano con l’hashtag #phdchat. (Principalmente, si lamentano di essere in ritardo con il proprio paper. Ma lo fanno in modo aulico, vale la pena dare un’occhiata).
In generale, sembra che il mondo accademico possa beneficiare in diversi modi da un utilizzo corretto dei social media (le opinioni raccolte confermano questa tesi). Non è ancora chiaro in che modo, però. Nelle slide ho evidenziato qualche best practice, se avete casi o spunti da aggiungere sono – naturalmente – ben accetti.
Bonus
Nel corso della ricerca ho trovato un po’ di link interessanti
- http://blogs.lse.ac.uk/impactofsocialsciences/2012/02/06/am-i-an-academic-blogger/ (via @ivanapais)
- http://markcarrigan.net/2012/02/01/why-do-you-find-twitter-useful-as-an-academic/ (via @gsalvatori)
- http://www.economist.com/node/21547218
- http://www.bma.org.uk/press_centre/video_social_media/socialmediaguidance2011.jsp#.T4dPbY5nG9x