I @coltivamusica sono l’esempio perfetto di marketing territoriale

Ho incontrato i “Coltivatori di Musica” quest’estate, durante le mie vacanze ad Amantea, paese del Cosentino, che da qualche anno è culla di Guarimba – Film Festival Internazionale.

La Guarimba sta diventando il centro gravitazionale di quella zona della Calabria capace di attirare: turisti da tutto il mondo, illustratori, tanti registi e Vimeo come giuria e partner dell’evento, proprio in questo contesto ho incontrato i Coltivatori di Musica. 

I Coltivatori di Musica propongono un’idea semplice, geniale e al contempo rivoluzionaria: ballano, cucinando gnocchi di patate al sugo di pomodoro di Belmonte. 

Un video pubblicato da @betone in data:

È difficile descrivere l’esperienza che offrono, sono fortissimi: un po’ rock a billy, un po’ Italia anni 50/60, un po’ cuochi, un po’ ballerini, un po’ esperti di marketing territoriale, un po’ kilometro 0, un po’ storytelling, un po’ cucina fatta in casa, un po’ “una l’Italia vista dagli americani“, un po’ per l’identity grafica perfetta e adattissima (dalle brochure ai biglietti da visita), un po’ per i social usati con senso e un po’ per il merchandising spaziale (una presina da forno illustrata + un attrezzo in legno per rigare gli gnocchi). 

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Il filo rosso che collega questo mix pazzesco è il territorio. I ragazzi vengono da Belmonte, paese vicino ad Amantea, riconosciuto per un prodotto davvero prezioso: il tipico pomodoro. Tutto lo show, tutta la cucina, tutta l’idea mira a far conoscere il paese e i suo prodotto principale.

Di lavoro ascolto e cerco idee e questa è sicuramente una delle più forti incontrate ultimamente. È un nuovo modo di vedere l’Italia, è un nuovo modo di comunicare e dare identità ad ogni singolo paese della penisola, è un modo per non ricordare il prodotto locale. 

Spero di avere presto i coltivatori di musica a Brescia magari per il prossimo Pane Web e Salame 6.

Bravi!

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@matteorenzi, ferma la #diasporaitaliana!

Ciao Matteo,

Ti scrivo per farti una domanda e darti qualche idea. Mi chiamo Fabrizio e ho fatto impresa in Italia, lavoro in un settore fortunato: quello dell’internet e affini.

Qui di lavoro ce n’è e i progetti arrivano. Ciò che mi preoccupa è che sto vivendo un paradosso: per alcune professioni, necessarie alla mia impresa, c’è più domanda di lavoro che offerta. Questo accade perché alcuni di questi lavoratori, molto specializzati, scelgono di andare all’esterno attirati da offerte e modelli di vita a loro parere migliori.

Per esempio mezzo milione di italiani hanno scelto l’Inghilterra, almeno secondo questa infografica e questa discussione di Reddit. I dati dovrebbero venire dal consolato italiano in Inghilterra, gli internauti la chiamano la diaspora italiana.  (nota:  forse le mie fonti non sono tanto autorevoli, non riesco a risalire alla fonte esatta: ho trovato solo un altro articolo di giornale sul tema cercando “diaspora italiana“. Probabilmente il tema interessa poco la stampa?!)

Non so dirti se questo mezzo milione di persone possiede un profilo utile alla mia attività, per esempio coder,  front end developer, ux designer etc.. vedo però che quasi il 75% di questi ha un’istruzione come minimo universitaria.

Il mio problema quindi è: come competere internazionalmente con le offerte di lavoro che arrivano dall’estero? Per quanto possa sforzarmi, dopo aver speso circa il 60% della liquidità di un anno di impresa in: IVA, contributi, ritenute, IRAP, INAIL, TASI, etc.. mi è davvero impossibile proporre contratti simili a quelli di altri paesi europei o extra-europei.

So che ti sta molto a cuore la questione “startup tecnologiche” per questo oltre a bandi, incubatori, servizi di consulenza e spazio di lavoro condivisi, ti propongo alcune idee che ho visto in giro per il mondo e che mi aiuterebbero in modo più concreto:

  • Irlanda e Inghilterra permettono alle aziende e ai lavoratori di scegliere (per un periodo concordato) se versare i contributi pensionistici oppure riceverli, subito, direttamente in busta paga. Mi sono accorto che molti di quelli che se ne vanno preferiscono l’uovo oggi piuttosto che la gallina domani, perché non concederla loro?  (siam sicuri della nostra Gallina domani?)
  • In Malesia le aziende ICT iscritte al programma MSC sono esenti dalle tasse per i primi 5 anni.
  • In Korea del sud gli studenti migliori vengono formati, mandati in occidente per qualche anno, per poi far ritorno nelle aziende del paese. Questo secondo alcuni accordi tra il governo e alcune delle maggiori aziende sudcoreane.
  • In Canada se assumi a tempo indeterminato o rinnovi contratti annuali, vieni rimborsato del 50-70% dello stipendio per le prime 7-24 settimane. 
  • In Australia se assumi in 50enne ricevi dei sussidi

Credo che alcune di queste riforme possano aiutare anche a cambiare il percepito del brand Italia per quanto riguarda la questione lavoro.

In fine, dato che sei stato a Brescia (la mia città) pochi giorni fa, ti invito a leggere con i tuoi occhi qual è la situazione del mercato percepita da quella che hai detto essere “Italia leader se fosse come Brescia”. In questo post, sul social network blu, ho chiesto a un gruppo di 830+ (Bresciani e non) professionisti di settore, cosa consiglierebbero a un 17enne: stare o andarsene dal paese? Ecco le risposte.

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Aspetto tue “ASAP” 🙂

Ciao, Fabrizio aka @Betone

p.s. per tutti gli altri se conoscete altre belle idee ditemele tra i commenti, le aggiungerò al post!

Uncle Pear

Oggi abbiamo finalmente lanciato il nostro progetto principale: Uncle Pear!

Concentrando l’esperienza accumulata in questi anni in ProjectGroup e aggiungendo al team nuove super teste della rete, oggi, siam pronti per uscire allo scoperto 😉

In questo periodo stiamo conoscendo sempre più persone che come noi credono in un futuro un pò più… mmm … direi “semplice” dove la tecnologia, le TLC ed il web sono strumenti di business al pari di una penna, un blocco note o un xls (!).
Per questo penso ad un organizzazione nuova che sia capace di studiare di volta in volta soluzioni differenti, migliori, più facili e al passo con i tempi.

Per ora basta così, qui i link per il sito/portfolio, twitter e facebook!

-“imparo imparo imparo
Golden Boy come Kintaro

Gioventu.it ( Italia.it parte seconda ? )

Oggi in pompa magna è stato lanciato il sito www.gioventu.it che dovrebbe essere (riprendendo un titolo apparso qua) “Gioventu.it: un portale per far parlare i giovani con le istituzioni”. Sempre oggi è stato lanciato anche Android 🙂 .

Date le parole: giovani, portale, istituzioni e parlare , che di per se già costituiscono un ossimoro, subito la mia paura è stata quella di non replicare la medesima pessima figura di Italia.it .

Effettivamente, in un certo senso, la brutta figura fatta in precedenza non si è replicata, esclusivamente per il fatto che www.gioventu.it è il sito di riferimento del ministero della gioventù e perciò d’interesse per lo più Italiano.

Tralasciando il lato estetico o peggio ancora dell’usabilità, su cui non mi esprimo, la domanda che subito mi sono posto nel vedere questa novità è: ma i giovani non dovrebbero essere i primi destinatari di questo sito? dov’è la community? il social, i video, le immagini o in altre parole l’apertura ai servizi 2.0 e dell’open web.  Come si può pensare di voler trovare un dialogo se  uno degli interlocutori sfrutta ancora una forma comunicativa (a portale) tipica più degli anni 90′ ?

Perchè in un mondo costellato da ottimi prodotti open e free, caratterizzato da l’uso massiccio di api , mash up e vastissime community di supporto e di utilizzatori, si è andato a prendere Umbraco (?) ?

Ma ancora più perchè non si è semplicemente copiato e incollato l’esempio di Puglia 2.0 , non si doveva nemmeno andare a scomodare il paragone con la più distante, gigantesca, campagna comunicativa di Obama ed il suo utilizzo della rete: twitter, facebook, myspace,blog, video, feed …. tutto.

…e-government? …giovani?

FoolDNS

FoolDNS, è stata a parer mio una delle migliori sorprese di BlogFest! Dopo un intera giornata passata all ADVcamp per lo più dedicata a discussioni quali:

  • la salute della pubblicità TV,
  • l’ads online e il bannering,
  • qualche ottimo caso di viral marketing/buzz/marketing non convenzionale,

FoolDNS rivela quello che potrebbe essere l’uovo di colombo dell’anti-advertising e della privacy di navigazione il che ha donato alla sala parecchio a cui pensare!

Stringendo, (non appena possibile godetevi il video della presentazione online) FoolDNS è un DNS “alternativo” direttamente configurabile sul proprio router/modem che “toglie” ogni banner pubblicitario dalla vostra navigazione!

la logica è semplice quanto geniale: una lista aperta e controllata di server ADs bloccati, ogni richiesta (anonima) fatta al DNS risponde comunicando solo il sito che abbiamo richiesto e devia ogni altro server che vorrebbe mandarci pubblicità non richiesta! Il risparmio , sempre secondo FoolDNS, è del 30% in meno di traffico sulla propria connessione!

Sono molto curioso riguardo a questo progetto, ancor più perchè è Italiano! Oggi inizio ora ad usarlo, vediamo se mi fa salutare per sempre openDNS … lo spero 😉 !