Ne è passato di tempo, ma dagli anni 90 ad oggi il cybersquatting non ha mai veramente abbandonato la rete. Dalle classiche cause, ora da manuale, relative ai domini più noti e “famosi” al 2.0.
Cosa sta succendendo?
Mi è capitato in questi giorni di trovarmi di fronte a questo problema per un paio di marchi registrati esistevano già pagine e vanity url su facebook.
Prima d’ora non avevo mai valutato la pericolosità (o il valore?) della cosa, è chiaro però che trovare centinaia di utenti iscritti ad una pagina, convinti della sua ufficialità, può essere un problema. Ancor più quando utenti un pò sprovveduti si rivolgono direttamente (in bacheca) al “falso” proprietario ponendogli questioni e domande commerciali.
Facebook permette da qualche mese di registrare pagine commerciali e relativi sottodomini (per facebook appunto vanity url). Le organizzazioni stanno aprendo le proprie pagine nel network portandosi dietro investimenti di marketing, advertising e design, così come per myspace anche per facebook si sta affermando un nuova “tipo” di webdesign specializzato, ne è un esempio il sito showcase customfacebookpage.
Come risolvere il problema a monte? Cercando qua e la per la rete ho trovato qualche interessante link che cita leggi e policy.
Facebook Pages informazioni generali sul trademark
- http://www.insidefacebook.com/2009/06/24/all-facebook-pages-can-get-vanity-urls-starting-sunday-at-midnight/
- http://www.i-policy.org/2009/06/facebook-adds-trade-mark-protection-to-vanity-url-plan.html
- http://www.out-law.com//default.aspx?page=10081
Facebook tutela quindi tutte le proprietà intellettuali e i marchi. In meno di 24h mi son visto restituire pagine e vanity url. Segue un secondo gruppo di link con pagine di help e form di richiesta.
Segnalazione di un nome utente in violazione / Restituzione del vanity url
- Richiesta di restituzione del Vanity Url (username infringment)
- Violazione di proprietà intelletuale (non copyright notice)
- http://www.facebook.com/help.php?page=899
- http://www.facebook.com/help.php
e per twitter ?
Per Twitter la questione è molto più difficile. Non avedo un sistema pubblicitario che si fa garante del diritto di proprietà intellettuale – il far west è ciò che si è scatenato nei mesi scorsi: parecchi sono i grossi nomi che si son visti il “proprio” profilo occupato (con tanto di follower), da Burger king a Nike. I tweet di CyberSquatters sembrano raccontare questo mondo sotterraneo che oggi con il social media marketing a portata di PMI sembra emergere molto velocemente.
e per tutto il resto?
Con strumenti come knowem.com o namechk.com ci si può difendere bene dall’occupazione dei propri domini. In più con 600$ ci si può registrare su 300 socialnetwork in automatico. Lo stesso vale per il cybersquotter però! 🙂