L’azienda per cui lavoro era intenzionata a cambiare logo, un nuovo “simbolo” che potesse esprimere al meglio la propria mission e le nuove dinamiche 2.0 che sempre più stanno invadendo le nostre giornate.
L’idea è stata quella di non rivolgersi al classico studio di designers o alla società di comunicazione, ma di sperimentare qualcosa di nuovo (almeno per noi, uscendo dal caratteristico mercato geografico di riferimento) e di appoggiarsi ad una delle tante risorse di Crowsourcing presenti per la rete.
Qualche giro per capire e studiare quali sono i maggiori competitors in questo mercato e quali i siti maggiormente frequentati, una scarna users base non aiuta di certo il nostro progetto 🙂 . La scelta è stata aiutata da questo ottimo articolo di readwriteweb interamente dedicato al Crowsourcing!
Letti un pò di regolamenti e policy, visti i vari lavori proprosti da designer ed affini, proviamo ad aprire il nostro contest su 99designs, fra tutti ha vinto la nostra preferenza questo sito forse per la maggior chiarezza, trasparenza ed un buon numero/qualità del materiale inviato dai “concorrenti”.
I contest durano una settimana, hanno un costo fisso di lancio di 40$ e costi aggiuntivi di promozione (su altri siti, banner, evidenziatore e grasseto stile ebay) che variano tra i 5$ e i 15$. I premi che il sito consiglia di assegnare al proprio contest variano a seconda della tabella riportata qua sotto.
Specificato ciò che volevamo, colori e missione facciamo partire il contest! 5 Secondi dopo arriva il primo logo! sbalorditivo! ovviamente non è stato scelto.
A 7 giorni di distanza, possiamo essere più che soddisfatti di 99designs, dei suoi utenti e dell’andamento del contest. A fronte di 76 feedback da noi rilasciati ( 99designs sottolinea calorosamente l’importanza di creare partecipazione lasciando commenti e feedback ai designers ) abbiamo ricevuto qualcosa come 150(circa) loghi, alcuni ritirati, altri eliminati, a fondo corsa ne sono rimasti 124! Tra i quali è stato scelto il vincitore (si un vincitore è da scegliere in qualsiasi caso).
Cosa mi ha stupito:
Lo Partecipazione e la Collaborazione. Più rilasciavo feedback più creavo partecipazione, ricevendo nuove proposte sempre più vicine al concetto che volevamo raggiungere. Disponendo i loghi su una linea temporale si distingue a colpo d’occhio un generale avvicinamento al concetto di mission.
Controllo Collaborativo. Superati i 100 loghi la “lotta” per il primo posto non si è più basata solo sul design inviato, in aggiunta i partecipanti di loro volontà, hanno iniziato a spedire diverse mail private nelle quali raccoglievano link a loghi dispersi per la rete che ritenevano uguali o copiati rispetto ad uno di quelli in concorso. Un controllo di questo genere è impensabile in altri modi!
L’Economicità di 124 idee! Un sistema di questo genere ha fornito decine d’idee su come interpretare la nostra mission ad un prezzo (grazie anche al dollaro) veramente basso, diciamo attorno ad 1/5 dei normali prezzi di mercato per la realizzazione di un logo. Sul campo qualità 99designs non se la cava male, certo potrebbe cavarsela meglio, diciamo che se quello è stato il nostro bacino proposte, quelle realmente considerabili valutando font, pulizia del disegno, novità e rispetto della mission sono stati una dozzina.
In questo caso quindi il Crowsourcing ha dato buoni/ottimi risultati specie se si considera il rapporto quantità/prezzo. Sicuramente consiglierei il servizio a qualsiasi PMI. Qual’ora il brand sia di una grande impresa o di un prodotto consumer a larga distribuizione pare ovvio che le strade da percorrere siano tutt’altre.